La grammatica tradizionale suddivide le preposizioni in tre gruppi: preposizioni proprie; preposizioni improprie; locuzioni preposizionali.
Le preposizioni sono parti del discorso invariabili, che hanno la funzione di mettere in relazione un costituente della frase con altri costituenti della stessa frase (metti il libro sul tavolo; la macchina sta dietro all’angolo; va di male in peggio; nevica di brutto; è arrivato in cima alla torre) o una frase con un’altra frase (studia per migliorare il voto; è bello da morire). Le preposizioni si suddividono comunemente in preposizioni proprie (quali a, da, in, con), preposizioni improprie (quali davanti, vicino, dopo, mediante) e locuzioni preposizionali (quali in fondo a, per via di, a causa di) […]
La preposizione svolge dunque una funzione di estrema importanza nella costruzione della frase. Solo il soggetto, il complemento oggetto (salvo il caso dell’accusativo preposizionale…), i predicati nominali… e alcuni avverbiali (spesso temporali, quali oggi, la settimana prossima, ogni sera) possono essere introdotti senza preposizione; tutti gli altri costituenti di frase, per legarsi, ne richiedono una. [fonte]
Anche nella traduzione in simboli, l’esplicitazione delle preposizioni riveste estrema importanza per la rappresentazione “visiva” del legame esistente tra le parti di una stessa frase e, di conseguenza, per la maggiore comprensione della stessa.
Per questo motivo riteniamo utile soffermarci sull’accurata distinzione fatta in ARASAAC tra i simboli delle preposizioni proprie (non articolate), che riflettono le caratteristiche distinzioni della lingua spagnola risultando un utile riferimento anche per la traduzione in italiano. Continua a leggere →
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